VENERDI' 20 LUGLIO 2001, ORE 17:15

CARLETTO GIULIANI

UN' ALTRA VITTIMA DEI G8

 

Sembravano altri tempi, ormai passati, ed anche altri luoghi della Terra, quelli in cui le contestazioni civili e pacifiche nei confronti dei potenti di turno venivano soffocate dalla repressione militare. Invece è accaduto qui, in Italia, a Genova. Deve aver messo molta paura il corteo dei 50.000 che si è snodato per le strade del capoluogo ligure giovedì 19 luglio: chiedevamo la libertà di circolazione per donne e uomini. Quegli slogan, quei canti, quei balli, quella gioia collettiva devono aver scosso le incoscienze dei potenti. Lo avevanodetto, scritto; avevano finto il dialogo con i contestatori per far capire a tutti che era pericoloso manifestare a Genova. "Cronaca di una morte annunciata": quella di Carletto Giuliani. L'atto più cruento della repressione. Ci sono state botte, manganellate, insulti contro tutti i manifestanti a prescindere dalla loro ispirazione politica e culturale: cattolici, comunisti, pacifisti, femministe, non violenti, autonomi, anarchici ed anche cronisti e fotografi. Tutti picchiati ed insultati. hanno voluto fermare così la moltitudine che voleva essere presente a Genova per dire basta alle logiche neoliberiste che ispirano la maggior parte dei governi nel mondo. Una prima risposta è arrivata sabato 21 luglio: quasi 300.000 manifestanti per le strade di Genova. Anche in questo caso abbiamo assistito ad una reazione violenta delle forze dell'ordine, nonché ad un'informazione distorta di ciò che stava accadendo realmente lungo le strade percorse dal corteo. Ancora più intollerabile è stata la "notte cilena" tra il 21 e il 22 Luglio: l'incursione delle Forze dell’ordine nel Media Center del Genoa Social Forum e nella scuola adibita ad alloggio situata di fronte. Risultato? La distruzione dei documenti che testimoniano le violenze subite dai manifestanti e il pestaggio di altri manifestanti.

E' evidente: hanno paura di esperienze come il Genoa Social Forum che rappresentano il tessuto più appropriato per alimentare il movimento antiglobalizzazione, strumenti pluralisti, compositi, aperti e volutamente temporanei il cui ruolo è attivare meccanismi di partecipazione che nella fase siano il più possibile espansivi.Chi ha scatenato realmente gli scontri?

Noi vogliamo testimoniare la nostra presenza a Genova in quei giorni, ma soprattutto vogliamo conoscere la verità!

 

PER LA DEMOCRAZIA - CONTRO LA REPRESSIONE

GENOA SOCIAL FORUM

COMITATO MOLFETTESE

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NO AL TERRORISMO, NO ALLA GUERRA

UN ALTRO MONDO E’ POSSIBILE

Con i bombardamenti sull’Afghanistan è cominciata una nuova guerra. Risposta più insensata ai barbari attentati dell’11 settembre non poteva esserci. La guerra è una risposta sbagliata perché non ha mai costruito una vera pace (Iraq, Cecenia, Kosovo…) ;

perché le vittime della guerra “umanitaria”, “chirurgica”, “intelligente” sono come sempre civili inermi, deboli e indifesi;

perché offre a Bin Laden un’occasione per proclamare la guerra santa e trascinare i paesi arabi moderati nella spirale del fanatismo, senza indebolire il terrorismo;

perché annulla le norme del diritto internazionale e il ruolo della politica come strumento di dialogo fra i popoli e di soluzione nonviolenta delle controversie internazionali.

Per questo oggi diciamo:

“Sì alla giustizia, No alla vendetta”, “Sì alla pace, No alla guerra” senza tentennamenti e compromessi, senza “se” e senza “ma” perché non vogliamo che procedendo “occhio per occhio il mondo finisse per essere cieco”. Noi, popolo della pace, abbiamo una sola possibilità: continuare caparbiamente a lavorare con gli strumenti della nonviolenza.

Per questo oggi chiediamo:

- l’immediato cessate il fuoco da parte degli Usa e dei suoi alleati;

- la rinuncia dell’Italia a qualsiasi partecipazione militare;

- il rilancio dell’ONU come unico soggetto abilitato ad agire in nome dell’umanità contro ogni terrorismo;

- a tutte le donne e a tutti gli uomini di buona volontà di qualunque cultura e religione di far sentire la loro voce;

- a tutte le Chiese che le religioni non diventino motivo di conflitto ma di tolleranza, di dialogo e di fratellanza;

- a tutti di partecipare alla Marcia Perugia-Assisi del 14 ottobre, per denunciare l'assurdità di ogni guerra e impegnarci nella costruzione di una politica di giustizia e di un'economia di uguaglianza;

Ogni giorno presidio permanente per la pace c/o Corso Umberto, altezza via Maranta, dalle ore 18.30

 

(Associazione Duomo, Giovani Comuniste/i, LegAmbiente, Partito della Rifondazione Comunista, Punto Pace-Pax Christi, Scuola di Pace “Don Tonino Bello”, Sinistra Giovanile), Arcobaleno ONLUS, Azione Cattolica, Casa per la Pace

 

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Durante il presidio ci saranno momenti di spettacolo e animazione:

Mercoledì 17 GRUPPO DI BALLO DEL LICEO CLASSICO

Giovedì 18 MICHELE SANTERAMO (ALMO-Casale S.Giorgio)

Domenica 21 SOLACHIANELLA (Gruppo Musica Popolare)

 


 

Conflitto dell’economia ed economia dei conflitti

Giuliana Martirani , docente di geografia economica, Università di Napoli

venerdì 4 novembre, Parrocchia Santa Famiglia, ore 19,00

 

L’ONU, la pace e l’attuale crisi internazionale

Ugo Villani, docente di diritto internazionale, Università di Bari

giovedì 8 novembre, Sala Stampa Comunale, ore 19,00

 

 

“E tu cosa puoi fare?”

Vincenzo Caruso, coordinatore territoriale Emergency

venerdì 16 novembre, Fabbrica S. Domenico, ore 19,00

 

Il consumo critico

 

Per secoli il Nord del mondo ha sfruttato risorse materiali ed umane del Sud. Oggi vogliono farci credere che con la decolonizzazione i soprusi siano cessati e che con la cancellazione del debito e l’invio di aiuti umanitari il Nord si stia sinceramente interessando alle sorti dei paesi sottosviluppati o in via di sviluppo.

La realtà è molto diversa. Nei paesi poveri dell’Asia, dell’Africa, dell’America Latina, la globalizzazione oggi non porta ricchezza e sviluppo economico ma ancora soprusi e negazione della dignità umana.

La lunga catena commerciale che porta nei nostri supermercati prodotti dei paesi esotici è controllata da multinazionali, molte volte vicine a regimi dittatoriali dei paesi poveri in cui operano, che fanno lavorare molte ore al giorno in ambienti malsani anche bambini e donne incinte, pagano salari da fame, negano i più elementari diritti sindacali, inquinano il territorio…

Come consumatori critici oggi siamo chiamati a dire no allo strapotere di chi vorrebbe azzerare, in nome del profitto,il valore dell’uomo.

Cosa fare concretamente?

1) Boicottare (non acquistare) i prodotti delle grandi imprese irrispettose dell’ambiente e dei lavoratori (Shell,  Coca Cola, Del Monte, Dole, Mitsubishi, Unliver, Philip Morris, Mc Donald’s e Burghi, Nike, Walt disnay, Nestlè…)

2) Preferire prodotti di cui si conosce la provenienza e le condizioni in cui sono realizzati rivolgendosi a piccoli produttori locali, magari formando dei gruppi d’acquisto (attualmente sono 15 in Italia) e cercando nelle botteghe del Mondo (per conoscere la più vicina visita il sito www.altromercato.it o scrivi a ctmbz@altromercato.it ) il marchio Ctm del Commercio Equo e Solidale.

3) Ctm-altromercato è una Cooperativa d'importazione alimentari e manufatti artigianali dai paesi del sud del mondo. Garantisce ai produttori prezzi determinati da loro stessi in base ai costi reali di produzione e favorisce, con i sovrapprezzi di solidarietà, la nascita di progetti sociali e di sviluppo autogestiti. Promuove sistemi di produzione adatti alle condizioni locali, salvaguardando materie prime non rinnovabili. Offre al consumatore strumenti di riflessione sulle condizioni di vita e di lavoro delle popolazioni emarginate. Ctm-altromercato è socia dell'Efta/European Trade Fait Association) e dell' Ifat (International Federation of Alternative Trade).

 

 

In queste pochissime righe si intende offrire notizie riguardanti la semplice brutalità della guerra, la sua violenza assurda, le sue ragioni e i suoi intrecci con gli interessi dell’economia globale delle multinazionali. Ma anche ciò che nell’immediato, nel concreto ognuno di noi può fare per tracciare un percorso alternativo, segnare una differenza, un pensare ed un agire diversi, “altri”. Niente di esaustivo ma perlomeno un invito alla riflessione su quanto questo mondo sia ingiusto e sbagliato e su come “un altro mondo possibile” sia necessario.

io oso perché
tu osi perché 
lui osa perché
noi osiamo perché 
voi osate perché
loro non osano
Ian Palach

Le mine

 

Circa 110 milioni di mine antipersona giacciono inesplose nei campi o lungo le strade e i sentieri di 70 paesi del mondo ( solo in Afghanistan ce ne sono tra i 10/15 milioni). Ogni settimana sono responsabili di oltre 500 vittime. Le mine sono un'arma di distruzione di massa ad azione lenta; a differenza dei proiettili o delle bombe esse, non hanno un bersaglio, giacciono silenti per molto tempo, finché il piede di un bambino che gioca, di un contadino al lavoro nei campi, o di una madre in cerca di legna o di cibo non ne innescherà il meccanismo esplosivo. La mina infatti, è una carica esplosiva racchiusa in un contenitore che può avere varie forme e colori; può perfino somigliare a un giocattolo o ad un oggetto di uso comune e esplode quando qualcuno per caso la calpesta.

Per approfondire l'argomento www.campagnamine.org

 

 

Guerra e pace in cifre

 

Un riassunto schematico su quanto sta costando questa guerra (molti dati si trovano su 
www.peacelink.it), con qualche confronto con gli investimenti per lo sviluppo...
1-	La spesa mondiale per gli armamenti è stata nel 2000 di 800 miliardi di dollari. 
Ciò significa un investimento pro-capite di 130 dollari per ogni abitante del pianeta. Almeno un 
miliardo di persone vive con meno di un dollaro al giorno (o, alle volte, non vive affatto). 
L'investimento per fermare l'avanzata della desertificazione nel mondo (causata spesso da uno 
sfruttamento forsennato e criminale delle risorse naturali) sarebbe di 43 miliardi di dollari. 
Con 1 miliardo di dollari si potrebbe diminuire della meta' il numero di morti di malaria.
2-	Nel solo 2000 sono stati spesi per l'equipaggiamento dei soldati NATO in Germania 
la bellezza di 19 milioni di dollari. Tra il 1989 e il 1999 sono stati spesi 21 milioni di dollari in 
Mozambico per la costruzione di strade, ospedali, scuole.
3-	Per costruire un bombardiere B52 ci vogliono 30 milioni di dollari. Per costruire scuole 
e ospedali in tutto il Buthan orientale nebasterebbero 5,7.
4-	Un bombardiere B2 costera' 2,1 miliardi di dollari ( ne sono statipianificati circa 20 
dall'Air Force USA). I G8 a Genova ne hanno stanziati circa 3 come fondo per l'AIDS.
5-	Nel 2000 l' Italia ha comprato armi dagli USA per 1,6 miliardi di dollari. Emergency 
per costruire e gestire un ospedale in Afghanistan ne haspesi 1,3.
6-	Nel suo ciclo di vita la portaerei Nimitz costera' 22,2 miliardi di dollari.
7-	Nel 1996 l'ONU chiese 23 miliardi di dollari per aiuti umanitari che avrebbero riguardato 
22 milioni di persone. Ne raccolse solo la metà.
 

 

 

Gli USA sono tuttora indebitati con l'ONU per 1,1 miliardi di dollari ma hanno sperperato
 in tre giorni l'equivalente del PIL dell'Afghanistan.

 


 

Art. 11 della Costituzione: “L’ITALIA RIPUDIA LA GUERRA”

PACE E SOLIDARIETA' PER TUTTI I POPOLI

 

Dopo la mobilitazione contro il G8 di Genova e la Marcia per la pace Perugia-Assisi, l'assemblea dei Social Forum ha indetto una giornata di mobilitazione per il 10 novembre, giorno in cui si aprirà in Qatar l'incontro del WTO (Organizzazione Mondiale del Commercio), incontro che nel '99 fallì grazie alla mobilitazione e alle contestazioni di Seattle.

I potenti della terra hanno rinviato il vertice FAO che doveva fare il bilancio degli scarsi risultati ottenuti nella lotta contro la fame nel mondo, mentre mantengono la riunione del WTO. Intanto continuano a bombardare l'Afghanistan senza ottenere risultati nella lotta al terrorismo, aumentando invece la spirale del fanatismo (vedi il Pakistan) e spingendo la popolazione civile verso una catastrofe umanitaria.

Ora anche il governo italiano e parte dell'opposizione parlamentare hanno deciso di partecipare militarmente alla guerra, entrambi indifferenti a quel fiume di popolo che ha marciato alla Perugia-Assisi lo scorso 14 ottobre per la pace.

Da un mese circa è in corso una guerra illegale, inefficace ma soprattutto ingiusta.

Ilegale perché straccia le norme del diritto internazionale nonché l’articolo 11 della nostra Costituzione.

Inefficace perché bombardando un popolo non si sconfiggerà il terrorismo anzi si accentueranno le reazioni incontrollabili di una parte delle popolazioni del pianeta.

Ingiusta per le stragi di civili innocenti che quotidianamente compie e perché finalizzata realmente a controllare militarmente e economicamente i giacimenti di gas e petrolio presenti nella regione centro-asiatica, e a stabilire la volontà di supremazia di una parte del mondo su un'altra.

Il Molfetta Social Forum partecipa con una serie di iniziative sul territorio (alcune delle quali già in corso) alla mobilitazione nazionale del 10 novembre.

Invitiamo tutti gli uomini e le donne di buona volontà, credenti e non, lavoratori e lavoratrici, migranti, giovani e studenti, associazioni, partiti, movimenti politici e sindacali a un confronto per formulare proposte e iniziative sui temi della sovranità alimentare, delle crisi ambientali, delle povertà e delle risorse, del lavoro e del reddito, del commercio e della finanza, dei saperi e delle culture, delle guerre e della pace.

Insieme formiamo i popoli della pace, moltitudini che si oppongono a un mondo ridotto alla sola violenta dimensione economica.

Insieme opponiamoci alla guerra senza “se” e senza “ma”, per costruire una politica di giustizia e un’economia di uguaglianza, per impedire che “procedendo occhio per occhio il mondo finisca per essere cieco”.

PERCHE' UN ALTRO MONDO E' POSSIBILE.

(Associazione Duomo, Legambiente, Giovani Comuniste/i, Partito della Rifondazione Comunista, Punto Pace-Pax Christi, Scuola di Pace “Don Tonino Bello”, Sinistra Giovanile)

Ass. Arcobaleno ONLUS Azione Cattolica e Casa per la pace

 


 

Spezzare la Spirale dell’ Odio

 

In questi giorni si assiste con angoscia ad una nuova tragica esplosione di violenza in Medio Oriente.

La spirale dell'odio appare ciclica ed inarrestabile: ad azioni terroristiche ad opera di fondamentalisti islamici seguono cruente rappresaglie e "assassinii mirati" da parte israeliana, che anziché creare maggior sicurezza per i cittadini di Israele, alimentano la rabbia, il senso di impotenza, di disperazione, di oppressione dei palestinesi, e producono solo nuova violenza.

Chi ha risposto con la guerra in Afghanistan ai tragici fatti dell'11 settembre aveva proclamato che la sconfitta del terrorismo sarebbe passata necessariamente attraverso una rapida e giusta soluzione della questione palestinese. Ad oggi a queste parole- non sono seguiti i fatti. Ribadiamo la nostra condanna di ogni azione terroristica, perché nessuna rivendicazione giustificano lo spargimento di sangue innocente. Allo stesso modo condanniamo la politica del primo ministro israeliano Sharon (già riconosciuto responsabile dei massacri nei campi profughi di Sabra e Chatila nel settembre 1982) tesa a minare la credibilità e l'autorità del Presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese Yasser Arafat con il solo uso delle armi.

Esprimiamo la nostra solidarietà al popolo palestinese e al popolo israeliano, martoriati da decenni di violenza.

Alle associazioni, ai movimenti, ai sindacati, ai partiti, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà della nostra città chiediamo di unirsi a noi nella presentazione delle seguenti istanze:

-AI Governo israeliano chiediamo il ritiro dai territori controllati dall'A.N.P. e la sospensione di ogni attività militare "preventiva";

 

- AI Governo italiano, al Presidente della Repubblica, all'Unione Europea chiediamo di farsi promotori presso I'ONU:

1. dell'immediata riapertura di un tavolo negoziale -sulla base delle precedenti risoluzioni ONU e degli accordi di 0510- che prosegua ad oltranza al di là di qualunque episodio di violenza, perché le ragioni del dialogo e la ricerca della pace prevalgano;

2. dell'invio immediato di osservatori internazionali e di una Forza di interposizione per controllare l'applicazione del "cessate il fuoco".

-AI Presidente dell'Unione Europea e ai Parlamentari europei chiediamo che I'U.E. sospenda il Trattato di Associazione di Israele alla Comunità Europea.

 

-AI Sindaco e al Consiglio Comunale della città di Molfetta chiediamo di far proprio e di riportare in tutte le sedi istituzionali citate questo appello.

 

Molfetta Social Forum

(Associazione Duomo, Giovani Comuniste/i, Partito della Rifondazione comunista, Legaìnbiente, Punto Pace Pax Christi, Scuola di pace "don Tonino Bello"' Sinistra giovanile)

Azione Cattolica e Casa oer la Pace

 


MOLFETTA CITTÀ DELLA PACE? FACCIAMO SENTIRE

LA VOCE DEI MOLFETTESI CONTRO LA GUERRA!

 

Siamo alla vigilia di una nuova guerra: i governi degli USA, della Gran Bretagna e i mass media la dipingono ormai inevitabile, a dispetto degli sforzi diplomatici chenell' Assemblea Generale dell'ONU hanno portato all'importante risultato del consenso irakeno alI' accesso incondizionato di ispettori internazionali, incaricati di verificare il presunto riarmo del regime di Bagdad e l' effettiva disponibilità di armi di sterminio di massa. Organizzazioni non governative come Amnesty International ( comunicato "USNlRAQ: NON NEL NOME DEI DIRITTI UMANI, del 13 settembre 2002) hanno già espresso il timore che le violazioni dei diritti umani perpetrate dall'Irak vengano strumentalmente utilizzate per giustificare un ricorso alla violenza destinato a mietere altre vittime innocenti tra la popolazione civile, già stremata da precedenti conflitti e da un decennale embargo, nascondendo in realtà interessi economici e affaristici. n rischio di creare i presupposti per nuove guerre, nuove vittime, nuove catastrofi umanitarie è concreto.

La "dottrina della guerra preventiva", espressa da Bush per giustificare l'attacco alI 'Iraq, è del tutto estranea al diritto internazionale e creerebbe un pericoloso
precedente, che consentirebbe a ciascuno Stato di "scegliere il proprio nemico" e risolvere le controversie internazionali con 1 'uso della forza, svuotando di ogni
significato e potere la funzione dell ' Assemblea Generale e del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. A fronte del pericoloso tentativo unilaterale dei governi degli USA e della Gran Bretagna di avviare un conflitto che rischia di portare a imprevedibili conseguenze 1 'intera area mediorientale -basti pensare al conflitto israelo-palestinese -si contrappone la preoccupante assenza di una chiara e unitaria posizione da parte dell 'Unione Europea.

Consapevoli della necessità di operare azioni di pressione dal basso per non lasciare nulla di intentato e per scongiurare i rischi di questo nuovo conflitto, condividiamo e invitiamo a sottoscrivere gli appelli "FERMARE LA MACCHINA DELLA GUERRA" lanciato dalla sezione italiana di Pax Christi il 28 agosto 2002 e "FUORI L 'IT ALlA DALLA GUERRA " lanciato da Emergency.

Consapevoli della necessità di esercitare il nostro diritto-dovere di controllo democratico sulle istituzioni, soprattutto quando chiamate a decidere di questioni tanto rilevanti

CHIEDIAMO

ai cittadini e alle associazioni di unirsi a noi sottoscrivendo la petizione che propone al Consiglio Comunale l'approvazione di un OdG che inviti i Parlamentari eletti nel Collegio a farsi carico del proprio ruolo di rappresentanti di questa comunità, esprimendo voto conforme alla volontà dei cittadini, dunque CONTRARIO a qualunque risoluzione che giustifichi il ricorso alle armi nelle controversie internazionali (così come espresso dall' Art. II della Costituzione Italiana) e che impegni l'ltalia a partecipare con uomini e mezzi a operazioni belliche.

 

Molfetta Social Forum


FUORI L'ITALIA DALLA GUERRA

 

"Vogliamo un mondo basa to sulla giustizia e sulla solidarietà.Ripudiamo la violenza,il terrorismo e la guerrà come strumenti per risolvere le contese tra gli uomini,i popoli e gli Stati.Chiediamo che l'Ital_ia non partecipi ad alcun atto di guerra,nel rispetto della Costituzione.

Non vogliamo essere corresponsabili di nuovi lutt;i,ne vogliamo alimentare la spirale del terrore.

Bast:a guerre,basta morti,basta vittime.

 

A partire dalle parole dell'appello di Emergency ,Libera, Rete di Lilliput e Tavola della pace ti invitiamo ad accogliere l'invito a manifestare la tua contrarietà alla guerra partecipando ai seguenti appuntamenti:

Martedì 10 dicembre Si t-in c/o Corso Umberto altezza galleria Patrioti molfettesi dalle ore 19.00 a cura del gruppo promotore Emergency. Con proiezioni, momenti musicali e teatrali, durante i quali verranno raccolte le firme a sostegno dell'appello di Emergency.

Sabato 14 dicembre Corteo cittadino favore della pace e contro la guerra in Irak,sia essa con o senza legittimazione dell'ONU. Concentramento ore 18 c/o P.zza A.Moro/Stazion.e- C.so Umberto-Arrivo P:zza Garibaldi/Villa comunale,con assemblea pubblica e momerlti musicali e teatrali.

Ti invitiamo inoltre ad aderire alla campagna lanciata da Padre Alex Zanotelli "Pace da tutti i balconi !"esponendo dai balconi, dalle automobili ,nei luoghi di lavoro la bandiera della pace o un lenzuolo bianco (;on su scritto "No alla guerra"e all'iniziativa di Emergency"Uno straccio per la pace" .

Promuovono: Azione Cattolica, Cobas scuola, FGCI, Molfetta Social Forum, Studenti e Studentesse in movimento.